Se il cognome è leggermente diverso l’età non corrisponde affatto perché il mio antenato Giuseppe, nel 1806, avrebbe avuto più di 28 anni e non 22.
Pensando però che potrebbe trattarsi di errori provocati da fraintendimenti e incomprensioni tra il condannato e la Commissione Militare dovuti soprattutto alla diversa lingua parlata dai soggetti, nonché dal numero elevato di procedimenti che quest’ultima doveva analizzare, ho richiesto comunque la sentenza.
L’Archivio di Stato di Cosenza mi ha inviato un file sul quale è stata scansionata la sentenza manoscritta e per di più in lingua francese.
Chi decide di imbarcarsi in questo tipo di ricerca, di indagine genealogica, deve iscriversi obbligatoriamente al sito internet denominato Tuttogenealogia, un blog dove i ricercatori si danno convegno raccontandosi le proprie esperienze, ma soprattutto aiutando il frequentatore in difficoltà.
I frequentatori di quel sito, in particolare Claude Hauberdon detta “MamyClo” e “DavidR”, non meglio identificato, hanno tradotto il documento che più o meno recita così:
Sentenza della commissione militare che condanna
a due anni di ferri denominati Domenico Antonio
Luzzi, Agostino Capalbo e Natale Coschignano e alla
pena di morte il nominato Guseppe Curina.
In nome di Sua Maestà il Re di Napoli e Sicilia.
Oggi, ventiquattro novembre mille ottocento sei,la Commissione Militare, creata in virtù di un decreto
di Sua Maestà del 31 luglio, e composta conformemente a quello
del 6 marzo da Louis Amato, Colonnello della Regia Gendarmeria Napoletana,
[segue elenco dei componenti la commissione con il loro grado]
Tutti i membri nominati dal Generale
di Divisione Comandante della provincia della Calabria Citeriore
assistito dal Sergente Maggiore Florent Lemoine del
14º Reggimento di Fanteria Leggera, Cancelliere nominato
dal Relatore, i quali non sono parenti né alleati
tra loro né agli imputati nei gradi proibiti dalla legge.
La commissione convocata dall’ordine del Comandante
si è riunita nel luogo ordinario delle sue sedute
a casa Giudicella per giudicare i nominati
Domenico Antonio Luzzi, 49 anni, coltivatore di professione
nato e domiciliato ad Acri, il nominato Agostino
Capalbo, 27 anni, coltivatore di professione,
nato e domiciliato ad Acri, Natale Coschignano,
54 anni, coltivatore di professione, nato e domiciliato
ad Acri, accusati di aver preso parte alla sedizione popolare
che ha avuto luogo, lo scorso 14 agosto nel Comune di
Acri, ai saccheggi e massacri che si sono verificati
in quel giorno, e il nominato Giuseppe Curina,
di 22 anni, accusato di aver preso parte
alla sedizione popolare che ha avuto luogo il 14 agosto scorso
nel Comune di Acri, ai saccheggi e massacri
che si sono verificati in quel giorno, e di essere
stato preso con le armi in mano.
Essendo stata aperta la seduta, il Presidente ha fatto
portare dal Cancelliere e depositare dinanzi a lui
sull’Ufficio di Presidenza una copia di due decreti di cui sopra e successivamente
ha chiesto al Relatore la lettura
del verbale informativo, e di tutti i documenti
sia a carico che a discarico nei confronti dell’imputato.
Dopo questa lettura, il presidente ha ordinato alla guardia
di portare gli imputati che sono stati introdotti liberi
e senza catene accompagnati dai loro Difensori d’Ufficio.
Dopo aver informato gli imputati dei fatti
a loro carico, aver fatto effettuare loro
l’interrogatorio dall’Organo del Presidente e aver
ascoltato i testimoni nelle loro deposizioni, il
relatore nel suo Rapporto e nelle sue conclusioni
e gli imputati nei loro mezzi di difesa,
sia da loro che dai loro difensori, i quali
hanno dichiarato di non avere più nulla da aggiungere nei loro mezzi
di difesa.
Il Presidente ha chiesto ai membri se avessero
osservazioni da fare. Alla loro risposta negativa ha fatto
portare gli imputati in prigione con la sua
scorta. Il Cancelliere e gli assistenti in aula
si sono ritirati su invito del presidente.
Poiché la Commissione deliberava a porte chiuse, il Presidente
ha posto le seguenti domande.
I nominati Domenico Antonio Luzzi, Agostino
Capalbo e Natale Coschignano, accusati di aver
preso parte alla sedizione popolare che ha avuto
luogo lo scorso 14 agosto nel comune di Acri, ai
saccheggi e massacri che si sono verificati
in quel giorno, sono colpevoli?
Il nominato Giuseppe Curina, accusato di aver preso parte
alla sedizione popolare che ha avuto luogo il 14 agosto scorso
nel Comune di Acri, ai saccheggi e massacri
che si sono verificati in quel giorno, e di essere stato
preso con le armi in mano, è colpevole?
I voti raccolti a partire dal
Grado Inferiore, avendo il presidente espresso l’ultimo
parere, la Commissione Militare dichiara all’unanimità
che i nominati Domenico Antonio Luzzi, Agostino
Capalbo, Natale Coschignano e Giuseppe Curina
sono colpevoli.
Su cui il Capitano Relatore, in qualità di
Procuratore di Sua Maestà, ha fatto la sua requisitoria per
l’applicazione della pena.
I voti raccolti di nuovo dal Presidente
nella forma sopra indicata.
La Commissione Militare, accogliendo la detta requisitoria,
condanna all’unanimità i nominati Domenico
Antonio Luzzi, Agostino Capalbo e Natale Coschignano
a due anni di ferri, e il nominato Giuseppe
Curina alla pena di morte. Conformemente all’articolo
9 della legge del 1 luglio scorso così concepita:
Ogni individuo che non sia iscritto nella Guardia
Provinciale conservi le sue armi da fuoco o qualsiasi
altra arma proibita 24 ore dopo che l’ordine
di disarmo dato alla comunità
di cui fa parte dal Generale Comandante
della spedizione, sarà processato da una commissione militare
e condannato a morte.
Ingiunge al Capitano Relatore di leggere in seguito
la presente sentenza al condannato in presenza
della Guardia riunita sotto le armi, di
farlo giustiziare entro 24 ore, di trarne 25
copie per essere inviate a chi di diritto, pubblicate
affisse ovunque il bisogno.
Incarica il Capitano Relatore conformemente alla legge del
18 Germinale an 7 (18 aprile 1806 – NdA) di esigere sui beni del
condannato il rimborso delle spese e
delle spese alle quali la procedura e la prosecuzione
della presente sentenza hanno dato luogo.
Fatto chiuso e giudicato senza [smarrire] in sedutapubblica qui a Cosenza il giorno mese e anno come sopra.
[Varie firme indecifrabili]
Dopo aver letto questa sentenza del 24 novembre 1806, non posso concludere dicendo che il condannato a morte sia lo stesso Giuseppe Corina, alias ‘u Mallaro, morto appeso nelle Regie Forche.
Ma lo penso.
estratto dall’albero genealogico
Giuseppe Corina > Serafina Corina > Angela Caterina Capalbo > Carmela Luzzi > Rosa Zicaro > Rosario Greco > mia madre > io.