Frate Umile – 8 parte.

Viaggiava Frate Umile, seguito suo malgrado da molta gente, che, mossa da gran devozione, oltrepassava il numero delle settanta persone. Passato mezzogiorno, Frate Umile si fermò all’ombra di una quercia, e mosso a compassione per quella povera gente, ch’era digiuna, chiese a Frate Vincenzo di Bisignano, suo compagno di viaggio, se nella bisaccia avesse qualche cosa per rifocillare quella gente. Sorrise ironico a tal richiesta Frate Vincenzo che depositò ai piedi di Frate Umile quanto aveva di commestibile, cioè, tre soli pani ed un pezzo di formaggio.

“Oh, questi basteranno certamente.” disse Frate Umile ordinando a tutta quella gente di sedersi intorno a lui, e benedicendo quei pochi pani, e quel pezzo di formaggio, incominciò a distribuire a ciascuno una buona porzione; e con stupore indicibile, tutti rimasero soddisfatti, anzi ne avanzò qualche porzione, la quale venne gelosamente custodita da Frate Vincenzo.

Per raggiungere Cosenza, insieme a Frate Ludovico di Lattarico, attraversò la Sila, che ai suoi tempi era piena di boschi impenetrabili, e quasi priva di abitazioni. Mentre camminavano nella selva si resero conto di aver sbagliato strada e per cui sarebbero giunti a Cosenza molto tardi. Era giorno di digiuno, ed il povero Frate Ludovico non resisteva più agli stimoli della fame. Frate Umile allora gli disse: “Sta allegramente, giacché all’uscita di questo bosco farai colazione.” Animato da questa promessa, proseguì il cammino. Infatti all’uscita del bosco trovarono una vecchia spelonca, dalla quale uscì un vecchio gentile ed amabile, che offrì loro un pane, una cipolla, ed un piccolo vaso di creta pieno di vino. Si sedettero ai piedi d’un albero, e fecero allegramente colazione. Al termine Frate Ludovico, alzatosi per ringraziare il suo benefattore lo vide scomparire insieme alla spelonca; per cui comprendendo il gran prodigio pianse di tenerezza e si buttò ai piedi di Frate Umile, il quale lo pregò caldamente di non manifestare quest’avvenimento, se non dopo la sua morte.

Guarigioni

Cartolina non viaggiata,2002 Edizione: Santuario Beato Umile. Immagine tratta dal sito http://museosantumile.weebly.com

A causa del vaiolo il figlio di Veronica Rotella rimase totalmente cieco. Mentre Frate Umile passava innanzi la sua casa, questuando, la madre glielo mostrò. Mosso a compassione, Frate Umile fece col cordone un segno di croce su gli occhi del ragazzo che subito recuperò perfettamente la vista.

A causa di una maligna infermità, Don Diego Branca, troppo caro a Frate Umile, era in fin di vita. Mentre Frate Umile pregava ai piedi del letto per lui, Don Diego Branca guarì.

Mentre Frate Umile si recava a San Lorenzo del Vallo incontrò due persone; una quasi totalmente storpia, che si reggeva appena in piedi; e l’altra priva totalmente di vista; che vivevano dall’altrui carità. Mosso da umanità, Frate Umile disse al primo: “In nome di Gesù Cristo, levati su.” e fece al secondo sopra gli occhi un segno di Croce. Istantaneamente guarirono entrambi e vennero ammoniti così da Frate Umile: “Siate timorati di Dio, e cercate di procurarvi il pane colla fatica delle vostre mani.”

A Bisignano nacque un fanciullo, di nome Antonio Ferraro, con una mostruosa escrescenza di carne sul capo. La madre lo portò a Frate Umile il quale appena gli tocca l’escrescenza la fa scomparire.

Frate Tommaso di Bisignano era molestato da una piaga profonda nelle parti segrete del corpo. Si Raccomanda per ciò a Frate Umile, il quale stendendo la mano sopra di lui e pronunciando queste sole parole: “Eh non è niente.” istantaneamente lo fece guarire dai suoi malori.

Isabella Alitto di Bisignano, afflitta da una febbre alta per cui i medici le avevano annunciato la prossima morte, venne visitata da Frate Umile e facendo il segno della croce col suo cordone, guarisce immediatamente.

Quando Frate Umile segna con il suo cordone Orazio Calentono l’ascesso incancreno nella gola di quest’ultimo scompare.

Una quantità di bachi da seta, allevati da Francesca Caruso, per sostegno della sua povera casa, stavano per morire. Piangendo essa ricorre a Frate Umile, il quale benedicendo quei vermini, non solamente li scampò dalla morte, ma li moltiplicò in maniera tale che quell’anno per essa raddoppiò la raccolta della seta. Inoltre la figlia di Francesca baciando il mantello del nostro Frate Umile, guarì immediatamente dall’ittero.

LG


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