Frate Umile – 7 parte

Dono di profezia

S.Umile 4
Affresco su muro sito nella Chiesa di Sant’Isidoro a Roma. Immagine tratta dal sito http://museosantumile.weebly.com

Prima di partire per il convento di San Fili, Frate Umile si recò nella casa paterna e avvertì sua madre di non salire sugli alberi di gelso per raccogliere il necessario per alimentari i bachi da seta, perché sarebbe caduta e avrebbe perso la vita. S’incamminò quindi per il Convento di San Fili e dopo un paio d’ore si voltò verso Bisignano e si fece il segno della Croce dicendo a voce alta: “Requiem aeternam dona ei Domine.” Il suo compagno di viaggio meravigliato gliene chiese conto e lui rispose: ”Sappiate che a questo punto è morta la mia buona madre, per essere caduta da un albero di gelso; ma deve stare pochi giorni nel Purgatorio.” A questa risposta si annotò questo parole e l’ora in cui Frate Umile le proferì e quando tornò a Bisignano le trovò tutte avverate.

Un giorno, quando si trovava nel convento di Pietrafitta, Casale di Cosenza, dove in quel tempo esistevano altri due conventi Religiosi: quello dei Padri Domenicani e quello dei Padri Minori Cappuccini, si discorreva del vantaggio che aveva detto Casale, di accogliere nel suo seno tre istituti Regolari. “Non sarà così da qui a qualche tempo, giacchè Pietrafitta resterà col nostro convento solo.” intervenne Frate Umile. Le sue parole furono accolte con disprezzo, e tacciate di temerarietà, ma furono profetiche. Infatti dopo qualche anno i Padri Cappuccini abbandonarono il loro convento, mentre quello dei Padri Domenicani venne compreso nella soppressione Innocenziana. Rimase quindi il solo convento dei Padri Riformati.

Un giorno i convittori del Seminario Vescovile di Bisignano si recarono in visita nel convento dei Padri Riformati della stessa città, fra i quali vi era un chierico chiamato Giovanni Greco, il quale avrebbe voluto diventare Frate Riformato. Frate Antonio lo indicò a Frate Umile, che zappava nell’orto, e gli disse: “Frate Umile quel seminarista sarà nostro Religioso.” Frate Umile, guardandolo, rispose: “No no, sarà Prete, e Parroco di questa Città.” Come si verificò più tardi.

Mentre Diego Cranca di Bisignano, conduceva al pascolo i bovi nella campagna, gli si avvicinò Frate Umile che mettendogli le mani sul capo, gli disse: “Figlio confida nella provvidenza e misericordia di Dio, perché hai da essere Sacerdote.”  “Come può essere se io non so leggere, né scrivere?” replicò Diego. “Tanto sarà, giacchè non ti mancherà l’aiuto di Dio.” rispose Frate Umile. Infatti presto apprese l’alfabeto e la grammatica, per cui facendosi Ecclesiastico, divenne un Sacerdote esemplare.

Il Sacerdote Don Giuseppe di Caro di Bisignano, dovendo partire per Roma, volle salutare Frate Umile e raccomandarsi alle sue orazioni, il quale lo assicurò, che sarebbe divenuto Vescovo di Bova nella Provincia di Bari.

Frate Umile disse a Frate Bernardino di Bisignano, di impegnarsi negli studi perché sarebbe diventato Procuratore Generale dell’Ordine dei Riformati, come quarant’anni dopo avvenne.

Predisse un anno prima il terremoto, che recò danni immensi, replicando spesso queste parole: “Povera Calabria! Da qui ad un altro anno sarai perseguitata senza vedere chi ti perseguita!”

Frate Umile predisse a Angelica Loise che avrebbe partorito un figlio, al quale avrebbe imposto il suo nome Umile. Quando nacque il fanciullo, Frate Umile assicurò ai genitori che sarebbe stato Sacerdote e che per questo motivo Iddio l’avrebbe più volte salvato dal fuoco. La madre infatti, o perché ossessa, o perché sottoposta a morbo frenetico, più volte buttò questo fanciullo nelle fiamme, dalle quali ne fu sempre tratto illeso. Divenne questo fanciullo, Parroco della Chiesa di San Giovanni Battista di Bisignano.

Alla stessa Angelica Loise, che aveva partorito successivamente tre figlie femmine, e per questo il suocero, tale Giambattista Cosentino, non la vedeva di buon occhio, Frate Umile le disse di stare tranquilla perché avrebbe presto partorito tre figli maschi. Così avvenne, ma il suocero di lei non vide tutto ciò.

Quando Frate Umile era in Roma, il Signor Don Mario Loise di Bisignano andò a trovarlo, per essere da lui sollevato da una penosa malinconia che l’affliggeva da quando il suo unico figlio era stato ucciso. Frate Umile nel consolarlo gli assicurò, che Iddio gli avrebbe concesso di avere altri figli. Dubitò di tale predizione il Signor Don Mario Loise perché la propria moglie, Donna Urania Rende, era troppo inoltrata negli anni. Ma dopo qualche anno Donna Urania morì e Don Mario si sposò con la Signora Donna Anna Luzzi di Ottavio, con la quale procreò altri figli, come predetto da Frate Umile.

Il padre di Don Carlo Luzzi di Bisignano, mostrò tanto dispetto quando suo foglio divenne Frate Riformato e per questo, recatosi alla Chiesa della Riforma di Bisignano maledì pubblicamente suo figlio, e minacciò gli effetti della sua collera a tutti i Religiosi del convento, e furibondo tornò a casa. I Frati temettero qualche disturbo; ma Frate Umile li tranquillizzò dicendo che dopo mezz’ora quel Signore si sarebbe ripresentato in Chiesa, in modo diverso da prima. Infatti, trascorsa appena la mezz’ora tornò il padre di Don Carlo Luzzi e appena entrato in Chiesa s’inginocchiò davanti all’Altare Maggiore, benedisse a voce alta il figlio e chiese scusa a tutti dello scandalo loro dato, e delle minacce fatte.

Si trovava in carcere per debiti, nella città di Montalto, il padre di Andrea Nigro di San Lorenzo; la moglie si raccomandò a Frate Umile, che si trovava nel convento di questo Paese, il quale le predisse che nel giro di un mese suo marito sarebbe uscito dal carcere, come puntualmente si  avverò; avendogli il creditore, ch’era il Signor Marchese della Valle, generosamente cancellato il debito.

La cugina di Frate Umile, Livia Pirozzo, era in fin di vita ed egli, mentre la confortava, fece accendere una candela e le disse chiaramente che quando si sarebbe consumata lei sarebbe passata a miglior vita; e tanto avvenne.

Mentre era di passaggio a Castrovillari, Frate Umile richiese un po’ di tela ad una signora per fasciarsi una ferita ad una mano, questa, con gran generosità, gli offrì un lenzuolo intero, che Frate Umile rifiutò dicendo: “conservatelo, che vi servirà per fasciare quel figlio che farete.” Questa signora era sterile, ma dopo la predizione partorì un figlio e si servì di quel lenzuolo, per fasciarlo.

LG


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