Brutte notizie dalla Macedonia

Nel corso di uno studio genealogico ci si può imbattere in episodi storici poco conosciuti dai non addetti ai lavori e meno celebrati dai libri scolastici, i quali, pur accennando brevemente all’evento, privilegiano altri avvenimenti.

Nell’autunno del 1915, le potenze dell’Intesa, in particolare Francia e Inghilterra, con forze insufficienti, non riuscirono ad evitare la caduta della Serbia contro l’attacco combinato di Germania, Impero Austro-Ungarico e Bulgaria e, perciò, si formò un fronte di guerra stabile che andava dalla costa adriatica albanese fino al fiume Strimone in Macedonia.

foto tratta dal sito http://win.storiain.net/arret/num203/artic6.asp
foto tratta dall’articolo Soldati italiani in Macedonia. E fu vera epopea.

A questo punto sul fronte detto Macedone, anche l’Italia prese parte alle operazioni militari inviando un Corpo di Spedizione che partì da Taranto l’8 agosto 1916, allorquando la Marina Militare trasferì la 35^ divisione, composta da quarantaquattromila uomini, diecimila quadrupedi, mille carri ippotrainati e quaranta cannoni, a Salonicco.

Di quella divisione faceva parte anche il 64° Reggimento Fanteria “Cagliari” ove, il 12 settembre 1916, fu trasferito il soldato Liaci Cesario Giuseppe Oronzo, lequilese di soli trentacinque anni, alto un metro e sessantanove, dai capelli lisci e castani.

A Lequile, dove svolgeva la sua attività di calzolaio, tutti lo chiamavano Cesare; ed abitava nei pressi della Chiesa Matrice, a Largo Castello, con la moglie Maria Lucia.

Dal febbraio 1916, Cesare prese parte alla Grande Guerra militando inizialmente nelle Milizie Territoriali, vale a dire quelle truppe composte da soldati appartenenti alle classi più “anziane” che perciò erano impegnate nelle retrovie e nel controllo del territorio.

Appena giunto in Grecia, il 64° Reggimento entrò

[…] in linea nel settore Krusa Balcan, fra il lago di Dojràn e il forte Dova Tepi, […]

una linea esposta agli attacchi bulgari che dominavano le antistanti creste montagnose dei Piani di Beles.

I soldati italiani si trincerarono in una zona aspra e montagnosa, in parte cosparsa da vaste e malsane paludi, ove, nel giro di poche settimane, la malaria iniziò infatti a colpire mettendo fuori combattimento diverse centinaia di soldati.

Il 19 ottobre 1916 Cesare e il suo Reggimento “Cagliari”

[…] insieme con reparti di artiglieria, cavalleria e genio, costituisce una colonna autonoma, agli ordini dell’Armata francese, che opera contro Monastir. Il 15 novembre ha inizio l’avanzata, resa penosa dal terreno e dalle intemperie; dopo più giorni di lotta la brigata, cooperando colle unità alleate, conquista il Dente di Velusina ed il colle di Ostrec, proseguendo il 19 su Monastir, che occupa in concorso colle truppe alleate. Sino al 30 novembre partecipa alle operazioni per allontanare i bulgari dalle posizioni montane a nord e ad ovest di Monastir, conquistando alcuni elementi di trincea […]

Ospedale da Campo n° 0107

Da questo momento anche per le truppe italiane stanziate in Macedonia iniziò la logorante guerra di trincea, caratterizzata da brevi e violenti scontri.

Il 12 febbraio del 1917, con una mossa a sorpresa, alcune unità di soldati tedeschi equipaggiati con lanciafiamme e bombe incendiarie attaccarono le posizioni del 162° Reggimento Fanteria “Ivrea”, riuscendo a conquistare alcune trincee a quota 1.050, mentre il 64° Reggimento

[…] nelle giornate 12, 13 e 17 febbraio respinge violenti attacchi lanciati dai bulgari contro alcuni tratti delle nostre linee. Il mal tempo e la neve rendono l’attività combattiva limitata fino a tutto marzo […].

In una di queste “limitate attività combattive” Cesare venne ferito da proiettili di fucile alla coscia destra e trasportato a Salonicco presso l’Ospedale di Campo n° 0107.

LIACI CESARIO DI GIUSEPPE Soldato 64° reggimento fanteria, nato il 27 agosto 1881 a Lequile, distretto militare di Lecce, morto il 13 marzo 1917 nell'ospedale da campo n. 0107 per ferite riportate in combattimento.
LIACI CESARIO DI GIUSEPPE
Soldato 64° reggimento fanteria, nato il 27 agosto 1881 a Lequile, distretto militare di
Lecce, morto il 13 marzo 1917 nell’ospedale da campo n. 0107 per ferite riportate
in combattimento.

Purtroppo, il 13 marzo 1917, in quella stessa struttura ospedaliera di Salonicco, a seguito di una sopraggiunta pleurite doppia, Cesare spirò.

Il suo nome è stato trascritto nell’Albo d’oro degli italiani caduti nella guerra nazionale 1915-1918“, che è un documento composto da ventotto volumi, pubblicati a partire dal 1926, in cui sono contenuti circa cinquecentoventinove mila nominativi di soldati italiani caduti per cause direttamente imputabili al conflitto.

Il Comune di Lequile, nel maggio 1919, ha ricordato Cesare, e gli altri paesani caduti durante il conflitto, incidendone il nominativo su una targa marmorea che è infissa sulla facciata del Municipio.

Mentre le sue spoglie, dapprima seppellite nel Cimitero Militare Italiano n° 99 di Salonicco, ora riposano presso il Sacrario Militare di Redipuglia, che si trova in Friuli Venezia Giulia, in provincia di Gorizia.

Il Sacrario Militare di Redipuglia, inaugurato nel 1938, custodisce le salme di centomila caduti della Grande Guerra; l’opera è stata realizzata sulle pendici del Monte Sei Busi, e si presenta come uno schieramento militare con alla base la tomba del Duca d’Aosta, Comandante della III Armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali; quindi seguono, disposte su ventidue gradoni, le salme dei (39.857) caduti identificati. Nell’ultimo gradone, in due grandi tombe comuni ai lati della cappella votiva, riposano le salme di (60.330) Caduti Ignoti.

La spedizione del Corpo Italiano in Macedonia si concluse con uno sforzo militare che costò caro, in termini di vite umane, alle nostre truppe che subirono, infatti, numerose perdite, tra morti, feriti e dispersi.


estratto dall’albero genealogico

Cesario Giuseppe Oronzo Liaci > Vita Giuseppa Liaci > mia suocera > mia moglie


Le notizie di cui sopra sono tratte, oltre che dal foglio matricolare 
di Cesario, dall’articolo “L'Armata Italiana in Macedonia 1916-1918” 
di Alberto Rosselli e dal Diario di Guerra della Brigata Cagliari.


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